martedì 19 febbraio 2008

"Un uomo è un uomo" di B. Brecht

Giovedì 14 febbraio - Prima nazionale
in replica fino a domenica 9 marzo

(da giovedì a sabato ore 21, domenica ore 17 - esclusa domenica 17 febbraio)
Archètipo
UN UOMO È UN UOMO
di Bertolt Brecht

La metamorfosi dello scaricatore Galy Gay nei baraccamenti militari di Kilkoa nell'anno millenovecentoventicinque
Commedia gaia
Regia: Riccardo Massai
Musica e canzoni originali: Bandabardò
Con (in ordine alfabetico)
Daniele Bastianelli, Daniel Dwerryhouse, Luigi Fiorentino, Francesco Mancini, Simone Rovida, Marcello Sbigoli, Stefania Stefanin

Ingresso intero € 10, ridotto € 8

Continua il viaggio della compagnia Archètipo intorno all’uomo, nel suo rapporto con il potere e con il diverso da sé, sul filo di altre recenti produzioni di successo come Il Mercante di Venezia, Le Baccanti e Spoon River. Questa volta verranno approfonditi i temi dell’autocoscienza e della propria immagine: aspetti che possono essere manipolati tanto da indurre un uomo a non essere più se stesso e a non riconoscersi, divenendo prigioniero di un equivoco. Brecht narra con graffiante ironia la storia dello scaricatore irlandese Galy Gay, costretto ad assumere una diversa identità in tempo di guerra. Non inganni la definizione di ‘Commedia gaia’ messa in calce al titolo dallo stesso Brecht. Dietro la risata, e le situazioni paradossali, incombe il lato tragico presente in ogni conflitto.

La rockband Bandabardò ha creato canzoni e interventi musicali originali per attualizzare il testo e catalizzare un pubblico giovane. L’intento è di raggiungere anche questo target, per permettergli di riflettere sul condizionamento dell’uomo che avviene oggi come ieri sotto altre forme. La musica del gruppo è adatta alla dimensione teatrale: dai testi di Brecht sono state create nuove Songs, marce travolgenti o ballad venate di malinconia nel tipico stile della Bandabardò. L’impressione che si genera è di sfasamento: l’abitudine di associare i testi brechtiani alle atmosfere e sonorità del periodo (in particolare a quelle create appositamente da Kurt Weill) slitta e fa entrare l’opera, e le sue tematiche, dentro il nostro presente.
Per questo motivo la band ha voluto che le canzoni e le musiche scritte appositamente per lo spettacolo, non siano riprodotte altrove. Anche il cd prodotto per l’occasione sarà in vendita solo in teatro durante le rappresentazioni.

Plot: in un’India piuttosto fantastica quattro soldati coloniali saccheggiano un tempio dove uno di essi, Jeraiah Jip, resta bloccato. Gli altri tre, per paura delle ritorsioni del sergente Fairchild, soprannominato il Sanguinario Cinque, costringono lo scaricatore Galy Gay, che era uscito per comperare un pesce, ad assumere l’identità del soldato scomparso. Non solo, anche lo stesso Jip subirà la metamorfosi in icona religiosa, ed il sergente in comunissimo borghese. Il Vagone-Birreria governato dalla (dove regna la) Vedova Begbick, è il sordido ambiente che viaggia a seguito delle truppe, dove i soldati tessono le loro trame di sopraffazione.

L’allestimento richiama lo stile di messa in scena del tempo di Brecht, sia nel ridurre gli interpreti al minimo (facendogli rivestire anche doppi ruoli) sia, per la scena, nella costruzione di un carrozzone movibile che subirà le stesse trasformazioni riservate ai personaggi e divenire infine “spazio vuoto”.

In una prefazione all’opera del 1927 Brecht guarda indietro a un ordinamento e a un tipo umano che stanno tramontando. Siamo col nostro ad affermare che adesso, come allora, si starebbe costituendo (se non si è già costruito) un nuovo tipo di uomo. Il lavoro è partito da una documentazione nell’archivio Bertolt Brecht di Berlino che ha dato una maggiore consapevolezza dell’essenza dell’opera. La convinzione è che un testo possa essere allestito in qualsiasi lingua e contesto - attualizzandolo o conservando il suo sapore storico - perché sempre e comunque, se è ben allestito, emerge il messaggio che l’autore intende consegnarci.

Il messaggio viene espresso da Brecht stesso nell’intermezzo che chiude la scena ottava: un uomo può essere smontato e rimontato come un’auto, vale a dire reso disponibile, per qualsiasi operazione di trasformismo. «E quest’uomo rifatto, a qualunque funzione/si pensi di adibirlo/ non darà delusione./ Se non lo si sorveglia, dalla notte al mattino/ possiamo anche trovarcelo mutato in assassino».

Ingresso intero € 10, ridotto € 8

Info: Teatro Comunale di Antella tel. 055 621894
teatro@archetipoac.it
Prevendita: presso biglietteria e punto box office del Teatro (lun, merc, ven 16.00-19.00) ed in ogni punto del circuito regionale Box Office

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